con Silvia in viaggio verso il #SalTo30

Tutta colpa di Houellebecq.

di Silvia Di Tosti

#Librinfestival non è solo un festival, è un’ambizione, un sogno, un progetto, una missione.
Il libro un mezzo, l’editoria di qualità il volano, la passione per entrambe la spinta propulsiva.

#Librinfestival contiene nel suo dna un esperimento di democrazia e partecipazione. Esportabile, in altri ambiti, pure. Quando si parla di fare cultura, di educare e sensibilizzare alla lettura, spesso si trascura un aspetto. Senza lettori, o sempre quelli, non si va da nessuna parte.

#Librinfestival tenta un coinvolgimento dal basso, territoriale, che educhi e formi i lettori, che li renda protagonisti.
Questo non esclude la possibilità che il lettore sia disposto a comprare libri, a spendere dei soldi, a donarli, quello che è nelle proprie possibilità, certamente.

E poi c’è l’aspetto educativo/formativo. Intorno al progetto #Librinfestival una realtà comunitaria che covava il desiderio di questo tipo di partecipazione. Intercettata. Il merito di averla colta, intuitivo, che non deve cedere ai richiami commerciali, lontani dal primario obiettivo.
Importante l’empatia, la stima, l’energia, che si riesce a trasmettere, sincera, rispettosa di gusti e competenze.

In pratica: La qualità al centro di tutto. Serietà, professionalità, leggerezza. Autori/editori devono sapere che qui si fa sul serio. E poi informazione e comunicazione. Non solo social. Dare strumenti che il lettore possa utilizzare per capire, conoscere, informarsi.

La maratona è itinerante, non solo librerie, quindi i luoghi sono importanti, anche i più disparati. Un pub o un salone di parrucchiere. L’accoglienza fondamentale, sentire che lì si può fare, che si sposa una causa, ognuno con il suo tornaconto, importante. Tutto l’anno, da ottobre a giugno, ogni mese, anche di più, un appuntamento curato, personalizzato, reso unico. La presentazione di un libro un happening, un luogo di incontro, calore, informalità.

Giuria popolare: tempo, bisogna dare tempo, il tempo dell’estate per far leggere tutte le proposte, con calma, attenzione, nel frattempo continuare a fare informazione e comunicazione. Dare strumenti che il lettore possa utilizzare per capire, conoscere.

Giuria popolare, da fare invidia, per partecipazione, competenza, voglia di conoscere, senso di responsabilità ed impegno.

Sto per arrivare a Torino. Queste cose buttate giù, più per convincermi di stare facendo la cosa giusta.
E poi condivisione, tanta, tutta, forse una punta di presunzione ed egocentrismo. Incanalati, positivi, spero.
Di lavoro, tanto, voglia di gridarlo al mondo, pure. Qualcuno ci ha detto di far tremare la Mole. Ubbidisco.

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