L’ignoranza dei numeri

Storia di molti delitti e poche pene

Sottotitolo che sottilmente cita il saggio illuminista e illuminato di Cesare Beccaria  e introduce a quello che è il tema del quarto libro in concorso alla maratona letteraria #Librinfestival.

Per saperne di più sul romanzo L’ignoranza dei numeri, Baldini + Castoldi Editore e conoscere l’autore, Francesco Paolo Oreste, appuntamento al 21 febbraio 2020 ore 18,30 presso Botanica via S. Matteo 32 Monterotondo. A dialogare con l’autore Silvia Di Tosti

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IL LIBRO

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L’ispettore Romeo Giulietti è un uomo di speranze, è uno che crede nelle parole, più che nei numeri, e nei miracoli, perché gli è capitato di vederne qualcuno. La sua casa è il suo rifugio dove spesso sogna. Sogna frammenti della vita degli altri. I loro amori, le loro miserie, i loro dolori gli cadono dentro quando chiude gli occhi, quando il sonno dovrebbe essere ristoro e invece si trasforma in un valzer di immagini e parole da cui Giulietti cerca di trarre una soluzione, una spiegazione, un abbozzo di verità. Combattuto tra la legge che ha giurato di servire e la giustizia cui profondamente anela, tra l’amore impossibile per Rebecca, che lo ha lasciato e a cui non ha mai smesso di pensare, e le indagini da portare avanti, Giulietti trova conforto nel pragmatismo tagliente del suo fido assistente Michele, detto appunto ‘a polemica, nei libri dei suoi autori preferiti, che sfoglia ogni volta che ha bisogno di trovare risposte, nella contemplazione di quel mare – il suo mare – che, silenzioso e onnisciente, è il solo (forse) in grado di restituirgli il vero senso delle cose. Così, in una Napoli sommersa dai rifiuti, l’ispettore si schiera dalla parte di un’umanità piccola piccola che lotta per sopravvivere. Per questo quando viene brutalmente assassinato Tatore ‘o Scarrafone, che vive di furti e di espedienti, Giulietti vuole a tutti i costi scoprire la verità.

Non so se esiste un Romeo Giulietti nella Polizia di Stato. Da cittadino sento che la sua figura dovrebbe essere materia di studio per chi si prepara a indossare la divisa per occuparsi di sicurezza pubblica.

Dalla Prefazione di Erri De Luca.

 

L’AUTORE

Francesco Paolo Oreste, nato a Torre del Greco nel 1973, è sì un poliziotto, laureato in Scienze Politiche con specializzazione in Criminologia e diploma di liceo classico conseguito presso la Scuola Militare Nunziatella, ma è anche tra i fondatori delle associazioni culturali Eureka e In-Oltre, con cui promuove la cultura della legalità e la difesa dell’ambiente, nelle scuole primarie e secondarie. E proprio con Oreste diventa necessario avviare un riscontro su questa nuova fatica letteraria, che combacia in modo inequivocabile con il mondo oltre le pagine scritte. È autore de Il cortile delle statue silenti (2015), Mi sono visto di spalle che partivo (2010) e Dieci storie sbagliate. Più una (2014).

 

L’EDITORE

Baldini & Castoldi è un marchio da cui emana una antica nobiltà editoriale. Siamo nella Milano che si trasforma in grande città industriale, che si prepara ai “primi dieci anni del secolo”, a Boccioni, al futurismo, ai cattolici modernisti e al socialismo. La casa editrice viene fondata nel 1897 da Ettore Baldini e Antenore Castoldi – fra i consulenti più attivi il poeta Gian Pietro Lucini – con una sede, prestigiosa, in Galleria Vittorio Emanuele. Caratterizzata dalle copertine illustrate a piena pagina, raggiunge il successo con Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro e conosce una vera stagione di best seller con i romanzi popolari di Guido da Verona.

Nel 1991 Alessandro Dalai acquista il marchio Baldini&Castoldi, ormai inattivo da una decina d’anni, e ne affida la direzione a Oreste del Buono e Piero Gelli, rilanciandola, anche grazie a titoli italiani come Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro, Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi e i formidabili romanzi di Giorgio Faletti. Decisiva la narrativa straniera di qualità, con autori che comprendono Haruki Murakami e Hunter Thompson, Tom Robbins e Annie Proulx, Ulrich Becher e Kingsley Amis. Dal 2015 entrano in gioco Michele Dalai e Filippo Vannucini che ridisegnano la mappa dei successi più recenti (fra tutti il Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda) e la fisionomia delle collane. Spiccano una rinvigorita attenzione allo sport, alla musica, al teatro, alla divulgazione scientifica, e naturalmente alle grandi narrazioni (quelle dei giovani narratori e quelle del romanzo di intrattenimento).

C’è uno spirito nuovo, che vuole aprire strade e, al contempo, riorganizzare le punte di qualità di un catalogo che si rivela pieno di gemme e di ricchezza culturale. Da Margherita Hack a Rita Levi Montalcini, da Guy Debord a Norberto Bobbio, la sequenza di nomi suona strategica: guarda da lontano e guarda lontano. Si riapre la collana La Tartaruga con uno sguardo rinnovato che richiama all’attenzione dei lettori autrici e autori come Sofja Tolstoja e Jakob Wasserman.

Baldini&Castoldi sembra portare in sè la generosità anarchica di Gian Pietro Lucini (“L’umanità fa suo cammino coll’allontanarsi ogni giorno più dalla fondamentale bestialità da cui esce”), sembra avvertire il ventoso senso di libertà che chiude Manhattan Transfer di John Dos Passos (ripubblicato dopo decenni e con fierezza nel 2002) e ora scava nel reportage narrativo di Misha Glenny ancorandosi al presente.
Ed è proprio quando si sta nel presente, e nella fattispecie nel presente del libro, che si può cominciare a costruire futuro.

Nel giugno 2017 il controllo dell’azienda viene acquisito dalla casa editrice La nave di Teseo. Dal gennaio 2018 nuovo logo ideato da Pierluigi Cerri: accantonata la & commerciale, ha come simbolo il segno “più”: Baldini + Castoldi (anche abbreviato: B + C).

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