TINA MODOTTI. FUOCO CHE NON MUORE

Venerdì 26 marzo 2021, ancora una presentazione in diretta streaming ricca di emozioni e contenuti per il pubblico di #Librinfestival e della rassegna #Librietulipani.

TINA MODOTTI Fuoco che non muore | Gabriella Ebano

Navarra EditoreCollana: Narrativa

Categoria: Romanzo

Anno: 2019

Pagine: 144ISBN: 978-88-32055-24-5

Formato: 14×21 con foto b/n

Tina Modotti ed Elsa Morante per la prima volta insieme in un romanzo intimo ed emozionante. Un incontro impossibile tra due anime elette: grandi protagoniste del ‘900 italiano, artiste indimenticate della fotografia e della letteratura, dalla vita tormentata e rivoluzionaria, pioniere del femminismo e delle lotte sociali.

 

Per chi non ha potuto partecipare alla diretta dell’incontro può cliccare sulla foto qui sotto e rivederla

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Di seguito una sintesi degli argomenti più salienti che ha affrontato Silvia Di Tosti di Librinfestival associazione culturale insieme a Gabriella Ebano, autrice del libro Tina Modotti. Fuoco che non muore, Navarra Editore.

S. Come nasce l’idea di questo romanzo, e perché proprio Tina?

G. Direi che questo libro nasce dalla mia ammirazione verso la fotografa, da un atto di amore verso una donna che un triste destino farà morire tragicamente nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1942, mentre tornava a casa dopo una cena con amici, tra i quali il poeta cileno Pablo Neruda che poi le dedicherà una splendida poesia, ancora oggi  scolpita sulla sua tomba a Città del Messico. L’ultimo verso, ripreso nel titolo del mio libro, recita

Perché il fuoco non muore

Di Tina Modotti, attrice e fotografa, se ne sa molto poco. Nata a Udine nel 1896 è stata riscoperta da Riccardo Toffoletti fotografo suo concittadino e da allora ha suscitato l’interesse di molti. Lo spunto che ha fatto scattare la mia passione verso Tina nasce quando, a fine anni Ottanta, venne annullata una mostra a lei dedicata. Me ne dispiacque molto, soprattutto quando il gallerista mi disse che in fondo lei non era famosa tanto per le sue foto ma perché era stata amante di Edward Weston, fotografo statunitense tra i più importanti della prima metà del ‘900. Questo commento mi infastidì e mi offese ed è stato il motivo che mi ha spinto a interessarmi a lei.

Attrice del cinema muto a Hollywood,

Partita da Udine a 17 anni, Tina raggiunge il padre in California dove prende contatto con il mondo artistico e viene catapultata in questo ambiente che rispecchia la sua indole curiosa. Studia da autodidatta, arriverà a parlare sei lingue Fa l’attrice del cinema muto a Hollywood, ma non si ferma e va in Messico dove trascorre sette anni, quelli che lei chiama “gli anni luminosi” e nel contempo intraprende l’attività di fotografa. Né si può insinuare che Edward Weston sia stato il suo maestro, anzi avviene il contrario, come conferma nella prefazione del libro la critica fotografica Giuliana Scimé. È stata Tina che ha introdotto Weston al Messico.

Maestra di fotografia sociale

Mentre Weston si incaponiva a fare foto astratte, belle tecnicamente ma senza tensione emotiva, Tina invece, oltre a fare lavori da ritrattista, si immerge totalmente nel mondo dei campesinos. Lei è una donna libera, amatissima, corteggiatissima e veramente una maestra di fotografia sociale, lavoro che affianca al suo impegno politico.

I dolori e le campagne scandalistiche

Fra i grandi dolori che l’attraversano c’è l’uccisione dell’uomo della sua vita, il rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella, ma anche le varie campagne scandalistiche da parte della stampa, che si interessa, anche in termini pesanti, più ai suoi comportamenti anticonvenzionali che alla sua arte. Questo accanimento inciderà negativamente nella sua storia.

S. Perché fai tornare Tina in Italia?

G. La complessità della figura di Tina Modotti può essere letta da diversi punti di vista che, come in un mosaico, racchiudono tante facce, tanti aspetti della sua travagliata e avventurosa vicenda umana. Circa una decina di anni fa, ho dedicato a Tina Modotti una sorta di monologo per raccontare la sua vita. La prima volta nella ex casa Badalamenti a Cinisi, per ricordare Felicia, la madre di Peppino Impastato, e poi in altre occasioni e luoghi come l’Istituto Cervantes di Palermo, dove era stata ospitata una emozionante mostra con le immagini della fotografa friulana, alcune delle quali inedite, giunte dal Messico ed esposte per la prima volta in Italia.

Un itinerario parallelo

Era entusiasmante ripercorre l’intenso percorso umano e artistico di una donna dalla personalità così straordinaria, ma non riuscivo a capacitarmi della sua tragica e prematura morte a soli 46 anni. Con amarezza pensavo: “Perché non è tornata in Italia dopo la guerra civile spagnola? In fondo era quello che voleva!”. E allora fantasticavo un’altra probabile prosecuzione della sua esistenza, facendo congetture, ipotesi, prefigurando possibili alternative e immaginavo Tina, ancora determinata e battagliera, partigiana durante la Resistenza, nel periodo del dopoguerra e oltre, forse ancora in prima linea nel suo impegno politico, e magari anche riprendendo la sua attività di fotografa.
Così è iniziato il mio itinerario parallelo per concedere a questa donna, dalla vita tumultuosa, intensa e varia, un’altra possibilità che la vedesse ancora protagonista di una nuova fase esistenziale. Sono stati congeniali alla trama, anche alcuni piccoli regali che mi sono fatta e che appartengono alla mia vita familiare e personale.

S. Un’altra grande protagonista di questo romanzo è Roma, potremmo dire la terza. Le descrizioni, le tue foto, l’amore per la tua città, addirittura questo romanzo potrebbe essere utilizzato come una guida di Roma ripercorrendo le vie e le piazze che vedono le due protagoniste incontrarsi e parlare. E a questo punto è arrivato il momento di svelare chi è la SECONDA co-protagonista del romanzo, in questo incontro, tutt’altro che impossibile… perché hai scelto proprio Elsa Morante?

G. Rispondo prendendo spunto dalla POSTFAZIONE. A Elsa Morante, come possibile “spalla” della Modotti, mi ci porta lei stessa quando, ricordandomi di un personaggio secondario ne L’isola di Arturo dal nome di Assuntina, rileggo la sua descrizione da parte dell’autrice e rimango stupita per le somiglianze fisiche con Tina Modotti. E mi sono detta: “Ok! Ho trovato l’aggancio giusto! Infatti Tina è il diminutivo di Assuntina dal nome intero Assunta. Perfetto! E, allora, perché non farla incontrare con Elsa Morante a Roma?”. In tal modo avevo una motivazione plausibile per mettere insieme in questa storia le mie due autrici preferite in assoluto, in fotografia e in letteratura. E me la offriva proprio la stessa Elsa! A quel punto, cosa potevo chiedere di più?

Incredibili coincidenze

E da lì sono partita, dando prima ascolto alle suggestioni e all’istinto e poi alle tante e incredibili coincidenze. Scoprendole, venivo colta da un crescendo di emozioni, ne rimanevo  stupita! Sentivo come se tutto questo mi desse la spinta giusta per proseguire raccontando del loro rapporto di donne, l’incontro clou, la notte tra il 4 e il 5 agosto 1954 (mentre nascevo io), quando si toccano anche gli argomenti più intimi tra le due donne, quando ormai sono molto in confidenza e Tina si lascia andare a riflessioni anche amare…Elsa Morante

S. Il tema diventa la causa femminile e femminista. 

G. Al di là delle figure di grandi protagoniste del xx secolo, quali sono Tina Modotti ed Elsa Morante, volevo anche far emergere le affinità di carattere tra le due donne; mi piaceva descrivere la loro “amicizia impossibile” come un rapporto nato innanzitutto da un interesse umano reciproco fra Tina ed Elsa e che, col procedere della storia andava a rafforzarsi.
E fare riferimento a marzo, mese della donna, mese che avevamo scelto sia nelle presentazioni mancate, come anche oggi, per parlare della violenza sulle donne. Dei diversi tipi di violenza, compresa quella psicologica. E ricordare che il 25 novembre,  diventato “La giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, ci lasciava Elsa Morante nel 1985.
“Per una donna è così difficile essere artista!”…come realmente disse una volta Elsa Morante a proposito della sua amica pittrice Titina Maselli
E non solo, possiamo aggiungere noi…

Vogliamo ricordare a quanti ci stanno leggendo che Gabriella Ebano è stata ospite della maratona letteraria #Librinfestival nella seconda edizione del festival con il libro Insieme a Felicia. Il coraggio nella voce delle donne, prefazione di Franca Imbergamo, Navarra editore.

Nel centenario della nascita di Felicia Bartolotta, madre coraggio di Peppino Impastato – giovane attivista ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 – il libro di Gabriella Ebano, attraverso una serie di interviste esclusive, ricorda Felicia e tutte le donne che, ieri come oggi, lottano in prima linea contro la mafia.

 Giusi R.

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Una risposta

  1. 12 Aprile 2023

    […] edizione che è cominciata proprio come la prima, con lo stesso libro, (il link alla prima edizione qui), ma con l’autrice che, in passaggio da Roma, abbiamo avuto la possibilità di avere in […]

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